domenica 18 marzo 2012

Il Topo biondo, lo specchio e l'insostenibile leggerezza dei bambini

La genuinità dei bambini è qualcosa che mi scioglie il cuore. Loro non sanno chi sei, che posizione occupi nel mondo, quanti soldi hai e se li hai, se sei cattivo, dolce, più o meno intelligente, laureato, diplomato, se guidi una fuoriserie o se piloti una cinquecento vecchio modello che tiene l’anima coi denti. Per loro tu sei, punto e basta e il livello di amore che riescono a darti è incondizionato e prescinde da ogni cosa.

Rousseau sosteneva che l’uomo per natura fosse buono e che venisse corrotto in seguito dalla società. Non voglio entrare nel merito di una questione sulla quale si sono espresse con teorie differenti generazioni di filosofi,  so solo che questo è il momento di godersi l’inconsapevole leggerezza dell’essere dei miei figli. E che in questi primi anni la natura regala scorci della sua magnificenza.

Il Topo biondo stamattina ha scoperto di avere un amichetto che lo diverte e lo imbarazza. Lo ha incontrato nella superficie semi specchiata del forno. Lo ha guardato, ha spalancato la bocca con una espressione di stupore che avrei voluto che quel forno immortalasse immagini, gli ha prima regalato un sorriso formato Durbans (ma con appena due dentini!), salvo poi   intimidirsi per aver ricevuto indietro lo stesso smagliante sorriso e nascondersi schiacciando il visino sul mio collo. Incuriosito dall’affare è vovluto star lì un po’. Fino alla schiacciante conclusione finale: e da, eche che, tcià, tcià tciàààààààà.

Della serie: topino sei simpatico ma il mio latte lo è molto di più!

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